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We transcribed the population’s registers starting from year 1669 and we designed a huge genealogical tree of all families, with branches in the whole world.
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Abbiamo trascritto i registri della popolazione di Corippo dal 1669 al 1960. È in fase di elaborazione l'Albero Genealogico di ogni patronimo con le relative ramificazioni in tutto il Mondo.
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giovedì 6 febbraio 2014

Da Corippo alla Napa Valley



 
 -Quanto possono portare lontano le “strade del vino”? Questa volta, molto. Addirittura nella Napa Valley. Cosa c’entra con il Ticino? C’entra, eccome. Perché il winemaker di una delle più quotate aziende di quella regione, Michael Silacci della Opus One, ha origini vicinissime alle nostre. I suoi avi sono partiti, esattamente cento anni fa, da Corippo.-


Con queste parole Carla Rezzonico Berri apriva l’articolo/intervista che mi ha incuriosito parecchio. Per sua cortese concessione ne riporto alcuni passaggi con le relative illustrazioni. Il testo completo lo si trova sulla Rivista TicinoVino n.1 anno 2011, edita da Rezzonico Editore SA.




UN SOGNO CHIAMATO AMERICA.
Era il 1911, quando Luigi Scettrini lasciò Corippo, il villaggio natale abbarbicato sugli erti pendii della Valle Verzasca. La meta sua e del cugino che partiva con lui era l’America, il grande sogno di una vita migliore che da più di cinquant’anni attirava i giovani del Vecchio Mondo. Aveva 17 anni e un futuro davanti che avrebbe conquistato con il lavoro e la fatica. E così fu: Luigi, nel frattempo diventato “Louis”, negli States si fece una posizione, cominciando, come quasi tutti i nostri emigranti, con i lavori umili in un ranch della California fino a diventarne proprietario con alcuni parenti. Ma nel corso della sua lunga esistenza Louis Scettrini non dimenticò mai quel pugno di case in pietra aggrappate alla montagna e tornò regolarmente in Ticino e a Corippo, accompagnato, man mano che crescevano, dai suoi nipoti “americani”. Il suo attaccamento lo spingeva ad interessarsi di quanto succedeva nella terra dove era nato sia coltivando rapporti epistolari con i parenti, sia leggendo l’ ”Eco di Locarno”, il trisettimanale della regione (edito dalla Rezzonico-Carminati che ora cura la rivista che avete tra le mani), a cui era abbonato e che si faceva spedire oltre oceano.

TRA VECCHIO E NUOVO MONDO
Tra i nipoti che conobbero il Ticino in compagnia del nonno c’era Michael Silacci, “winemaker” della Opus One creata da Robert Mondavi e dal Barone Philippe de Rothschild nel 1979 con il progetto di produrre un vino che riflettesse le due identità, quella americana e quella francese, il Nuovo e il Vecchio Mondo.
Incontriamo Michael che con molta disponibilità accetta di raccontarsi. Dalle sue parole traspare il grande affetto e l’importanza che il nonno ha avuto nella sua formazione.

VORREI VENDEMMIARE...
Erano gli anni ’70, partii per un lungo viaggio che toccò, tra l’altro, le isole Hawai e il Giappone. Avevo con me la tenda, campeggiavo dove mi trovavo. Ironia della sorte, qualche anno dopo, nella distesa dove avevo piantato la mia tenda allora, un luogo deserto, ho trovato un lussuoso resort... Conobbi molte persone, tra di esse una ragazza francese che più tardi diventò mia moglie.
Visitai Parigi, non conoscevo la lingua ma volevo trovare un lavoretto per guadagnarmi da vivere. Mi dissero che in quel periodo si cercavano aiuti per la vendemmia. Partii verso Nantes, durante il viaggio ripetevo tra me una delle poche frasi che avevo imparato “je voudrais faire les vendanges”. Mi presentai in un “domaine”, dapprima mi fecero trasportare sacchi di zucchero, poi mi trovai fra le vigne. Ho capito che vendemmiare è facile, ma vendemmiare bene non lo è.
Michael Silacci frequenta l’università Davis in California, continua gli studi a Bordeaux, torna alla Davis e poi inizia a lavorare:
Sei anni per Beaulieu Vineyard, uno in Oregon, altri sei anni alla Stag’s Leap Wine Cellars, finché nel 2001 è chiamato alla direzione dell’Opus One a Oakville, nella Napa Valley.

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