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We transcribed the population’s registers starting from year 1669 and we designed a huge genealogical tree of all families, with branches in the whole world.
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Abbiamo trascritto i registri della popolazione di Corippo dal 1669 al 1960. È in fase di elaborazione l'Albero Genealogico di ogni patronimo con le relative ramificazioni in tutto il Mondo.
Avete un legame con Corippo e desiderate condividere la vostra esperienza o semplicemente trovare i vostri antenati? Non esitate a contattarci, non ve ne pentirete.


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giovedì 4 luglio 2013

Micro Villaggi-Mauro Spignesi e Carolina Cenni

Quei micro villaggi
in lotta con la storia
MAURO SPIGNESI E CAROLINA CENNI


La mattina la porta del Municipio la apre lui. Se si rompe un tubo dell'acqua prende le pinze e s'improvvisa idraulico. Se si fulmina una lampadina, sale sulla scala e va a cambiarla. "E chi lo fa, altrimenti? Non abbiamo operai comunali, bisogna arrangiarsi. Ma d'altronde, qui siamo una famiglia allargata". Marco Garbani Nerini sorride mentre entra nel suo ufficio di sindaco di Gresso, quarto Comune più piccolo della Svizzera. Il villaggio è raccolto attorno alla piazza affacciata sul verde della valle Onsernone. "L'ufficio postale l'hanno chiuso anni fa e anche il negozietto non c'è più, la gerente era anziana, e ha detto basta. Chi viene quassù ad aprire per trenta persone?". È rimasto un ristorante alla buona, l'unico aperto tutto l'anno. Garbani Nerini, pensionato della Swisscom, è a capo del municipio dal 1972. "Allora c'erano 67 domiciliati, 4 anni fa eravamo in 30. Siamo cresciuti recentemente con l'arrivo di due nuove famiglie: siamo in 35". Più di Corippo (16 domiciliati) e Cauco (una trentina), ultimi borghi della Svizzera italiana sopravvissuti alle fusioni comunali, messi nella naftalina della storia visto che dal 1980 a oggi sono scomparse a livello nazionale 300 comunità.
"E anche noi rischiamo la stessa fine: non c'è lavoro e la valle si sta sempre più spopolando", nota amaro Garbani Nerini: "Però nel fine settimana il paese si rianima. Abitare a mille metri ti garantisce aria buona, ma devi anche affrontare un inverno duro, sei lontano dal centro e c'è la neve". Tra le stradine i pareri si rincorrono. "Io sono nata qui e ci sono rimasta sino all'età di 14 anni", racconta Carmen Mordasini, insieme al marito Pierino, sulla veranda della sua abitazione che guarda la piazza: "Poi sono andata a vivere a Minusio. Sono rientrata. Certo qui è tutto piccolo, manca tanto. Ma con la pensione che prendiamo è difficile pagare un affitto. E allora bisogna accontentarsi". Chi invece è entusiasta è Riccardo Carrara. "Certo - dice mentre scarica sabbia dal suo camioncino - chi arriva da Losanna probabilmente fa fatica ad adattarsi. Ma non manca niente. E anche la dimensione finisce in secondo piano quando vedi la bellezza delle montagne. Poi, non è vero che qui l'inverno è ancora più lungo, anche questa stagione ha la sua bellezza". Gianni Leoni, che per 22 anni ha avuto un grotto in fondo alla valle, indica il sole: "Quando ci sono giornate come questa capisci quanto è bello stare quassù. C'è poco turismo, è vero. Ma se hai il lavoro e gli amici e ci metti insieme la natura, questo è davvero un bel posto dove vivere".
Gresso ha un passato turbolento: "Nel 1882 - riprende il sindaco - ci siamo separati da Vergeletto. Nelle carte c'è anche il motivo: si litigava persino per falciare un metro di terra". Oggi il conflitto fa parte del passato. Le elezioni sono una formalità: si scelgono i municipali e si riparte, senza campagna elettorale. Anche perché i problemi li conoscono tutti. "La soddisfazione è che la tua gente continua a darti fiducia, a volerti bene. Però io avrei smesso da tempo, aspetto che qualcuno si faccia avanti", dice Marco Garbani Nerini. L'occasione potrebbe arrivare con l'aggregazione di cinque Comuni della valle (Isorno, Mosogno, Onsernone, Vergeletto e Gresso). Come è accaduto a Calpiogna, finito nella fusione dentro Faido, e Indemini che s'è aggregato al Gambarogno. Entrambi hanno 43 abitanti. "Abbiamo sempre problemi a trovare gente disposta a lavorare per il municipio", aggiunge il sindaco di Gresso scacciando dal viso con una smorfia un velo di tristezza. Certo, con l'aggregazione si andrà a perdere l'autonomia che non è solo amministrativa, è culturale, di tradizione, di appartenenza. "Poi ci mancherà una certa dose di volontariato, che ci vuole quando ci si mette a disposizione di un villaggio come il nostro. Attualmente abbiamo solo un segretario a tempo parziale e un bilancio di 200 mila franchi l'anno, fra entrate e uscite con un fabbisogno di 80 mila franchi. Il moltiplicatore è a 100 ed è impossibile buttarlo giù". Però restare qui ha i suoi lati positivi: "Qui sono rimasti soprattutto contadini, d'estate c'è un bel passaggio di turisti, ma rendono poco, restano mezza giornata e vanno via. Con il parco nazionale spero che la situazione cambi davvero".
Da Gresso a Corippo, dove Silvana Dal Tin è arrivata nove anni fa e con il marito è andata a occupare la vecchia casa parrocchiale, veranda di legno e tetto di piode, sospesa a strapiombo sul lago artificiale di Vogorno. "Cercavamo in Ticino un luogo dove andare a vivere e abbiamo scelto questo. A me piace. Poi dipende da cosa si cerca e cosa si vuole. Qui sei isolato, certo. Ma si sta bene, ci conosciamo tutti, ci aiutiamo". Silvana Dal Tin è diventata un punto di riferimento nel villaggio. La mattina spesso trova dei bigliettini davanti alla porta. "Ci chiedono - spiega - di fare qualche acquisto anche per loro quando andiamo a valle a fare la spesa. Oppure ci domandano se possiamo accompagnarli a fare una visita medica o una commissione".
Il sindaco Claudio Scettrini, selvicoltore tutto di un pezzo, coi sui 48 anni  è tra i più giovani. La più anziana è Giuseppina Scettrini, 84 anni. Corippo, un grappolo di case in cima alla Val Verzasca, ha una piccola piazza dove c'è il vecchio municipio (aperto solo il venerdì dalle 2 alle 4) e la Chiesa Beata vergine del Carmelo. È del Quattrocento, quando a valle c'era ancora la palude e un' epidemia di peste aveva fatto rifugiare sulla montagna contadini e allevatori. Gente che aveva costruito le case in pietra, spalla a spalla, in un'unità architettonica che ha resistito nel tempo. Oggi alcune sono recuperate, le hanno acquistate italiani, svizzero tedeschi e germanici, ma molte sono vuote, silenziose con le imposte che vacillano al vento, la copertura in pietra che è venuta giù. Quelle abitate, soprattutto nella parte alta, sono segnalate da panni stesi, fiori sulle finestre e giardini curati. Qualcuno ha ancora un po' di bestiame, come il sindaco, che deve fare i conti con un gettito fiscale di 55 mila franchi e nessuna altra risorsa. L'aggregazione è fallita nel 2004 e oggi le speranze sono poche.
Un po' di bestiame c'è anche a Cauco, dove s'è fatta festa. "Sono nati tre bambini, in più ne avevamo altri due: uno di 5 e l'altro di 3 anni. Tutti del villaggio. Era da tempo che non succedeva, in passato avevamo avuto bimbi di coppie svizzero tedesche che poi sono andate via. Oggi sono tutti nostri". Ne parla come fossero figli suoi, Pierfrancesco Ferrari, il sindaco del villaggio. Cauco, in Val Calanca, 20 minuti d'auto da Bellinzona, per numero di abitanti (ne ha 36) è all'ottavo posto dei Comuni più piccoli della Confederazione. "Come si vive da noi? Bene. Io - sostiene Ferrari - dico sicuramente meglio che nella periferia di una città, dentro un palazzo anonimo. Abbiamo aria buona e possiamo ancora dormire con la porta aperta". Un sindaco qui deve saper fare tutto: l'operaio, il fratello più grande per tutti, l'autista. "Ti chiamano a tutte le ore, la tua casa diventa il municipio. Ma chi è attaccato alla propria terra, alle proprie radici, non ci fa caso. I pochi soldi devono bastare. Noi, ad esempio, la notte spegniamo il 70 per cento dell'illuminazione pubblica", spiega ancora il sindaco. Cauco è riuscito a realizzare l'acquedotto, la discarica ed è uno dei paesi che aderisce alla mobilità sostenibile. "Siamo tre municipali, più due supplenti", precisa Ferrari: "Quando c'è da fare una scelta importante riuniamo il paese. Ma è sempre più difficile trovare persone disposte a impegnarsi, e quando le trovi bisogna che abbiano un minimo di preparazione".
 A wonderful story about Corippo by Mauro Spignese and Carolina Cenni from this web page:

http://www.caffe.ch/stories/cronaca/38043_quei_micro_villaggi_in_lotta_con_la_storia/


martedì 2 luglio 2013

CASE ARCOTTI

In un post precedente, David chiedeva informazioni sulle "Arcotti Homes in Corippo" vicino alla chiesa. Necessitava quindi una trasferta a Corippo con una persona che conosce meglio del sottoscritto le vicende del luogo perché in gioventù, li ha vissuto. Sono riuscito a capire dove sono le case citate da David.
In questa bella e rara foto sono segnate da una freccia rossa.


Quì fino a pochi decenni fa ha abitato Plinio Arcotti.




E questa era la stalla del cavallo.


 

Fortunatamente anche le nuove generazioni hanno a cuore le sorti del villaggio e alle case viene data nuova vita.